Giovannino, dalla finestra di casa al grande schermo: il dj set contro il degrado del Centro è ormai un film - Corriere.it

2021-11-16 12:57:08 By : Ms. Maggie Yu

Costruire un percorso narrativo in un momento di incertezza, segnato da un cortocircuito dall'impatto dirompente come la pandemia. Più che le decine di ore di filmato, la frammentazione di voci e momenti da ricollegare in una sequenza coerente, l'operazione di (ri)cucitura è servita a dare un senso non solo alla storia, ma allo sconvolgimento epocale che tutti abbiamo attraversato e dentro cui siamo ancora immersi. Il docufilm From my house in da house sarà presentato sabato alle 18.30 ai Riff (Rome Independent Film Festival) Awards al Nuovo Cinema Aquila (cinemaaquila.it). Una storia di Roma di Giovanni La Gorga, in arte Giovannino, e Alessio Borgonuovo, prodotto dalla Quality film di Michele Lella, Amedeo Letizia e Mariella Lisacchi. Il progetto prende spunto da alcuni arditi dj set organizzati da Giovannino, affacciandosi dalla finestra della sua casa di via della Pace, poi in Campo de' Fiori e Piazza Margana per richiamare l'attenzione sullo spopolamento del Centro, abbandonato dai romani e brutalizzato hit e scappare dal turismo. Un'operazione situazionista, per riportare i cittadini nel cuore pulsante della capitale, per riscoprire luoghi che in passato sono stati punti di riferimento per artisti, intellettuali, star americane, nuove generazioni di attori e musicisti che, a partire dal "Club" nel vicolo del Fico, hanno raggiunto il successo e sono riusciti a realizzare i propri sogni.

Dalla documentazione delle vicende "picaresche" con Giovannino nei panni del pifferaio magico all'idea di rielaborare il materiale sostanziale, per ottenere uno sguardo su Roma che affrontasse il tema del degrado: tema molto dibattuto, al limite saturazione, riproposto con un taglio inedito, l'insider che ha visto trasformarsi radicalmente il tessuto urbano e le caratteristiche antropiche di un territorio fino a perdere la propria identità. Se non fosse stato per le prime battute, quando i lavori erano appena iniziati e gli autori avevano raccolto solo poche interviste, la pandemia ha fatto irruzione nel copione costringendoli a sintonizzarsi sulla notizia. «Abbiamo iniziato a girare nell'ottobre 2019 - ricorda Giovannino -, quando tutto si è fermato sono sceso in strada e ho filmato con il cellulare il silenzio surreale di Piazza Navona. In tutto il quartiere Parione, su mille appartamenti vivevamo in sole sei famiglie. Di notte, l'unico rumore che si sentiva era quello dei topi che frugavano nella spazzatura. «Lo scenario perfetto, nemmeno apposta», interviene Borgonuovo.

Tra i contributi a cui sono più legati, non solo per il valore simbolico ed emotivo, l'intervista a Claudio Coccoluto, scomparso lo scorso marzo, che li ha accolti nel suo studio di Cassino: «Ogni volta che lo guardo, l'idea che Claudio non abbia potuto vedere l'opera finita mi lascia l'amaro in bocca, ci ha messo il cuore, accogliendoci con un grande senso di ospitalità, ed è stato un catalizzatore». quale piega avrebbe preso il film - ammette Borgonuovo -, ma ha toccato tutti i temi che poi avremmo affrontato trovando la frase perfetta per introdurli". Il rallentatore degli ultimi due anni ha permesso agli autori di metabolizzare il quantità di filmati raccolti, tra immagini di backstage e testimonianze dirette, per ordinarlo in una trama fluida non solo dal punto di vista narrativo ma anche concettuale: "Non avere scadenze è stata una fortuna - rivela Borgonuovo -. Abbiamo avuto tutto il tempo per coccolare la nostra creatura e il progetto si è sviluppato in modo naturale... Abbiamo scelto una sequenza consecutiva che seguisse i tre eventi principali (i dj set in via della Pace, Campo de' Fiori e piazza Margana, ndr) e attraversammo i diversi piani cronologici. Durante la fase di montaggio ci siamo isolati per tre mesi, lavorando in totale libertà». Tra i cameo che preferiscono, quello interpretato dallo scrittore Aurelio Picca che, con i suoi flash, scandisce il ritmo del film. «Con il suo modo pittoresco di parlare e di narrare ha sempre colto nel segno, le sue perle ricompaiono ogni volta - osserva Giovannino -. Ma sono molto legato anche a Marco Giallini, con cui recito una piccola parte, e ad Asia Argento, che ha preso parte al primo evento di Dalla mia casa in casa». Arte, musica, vita si fondono tra la dimensione privata e lo spazio sociale: un modo inedito di "stare alla finestra", non aspetta e vedi ma dinamico, per proiettare lo sguardo all'esterno e stimolare il dibattito pubblico.

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