Simone Pepino, Hoopygang. Sei tendenze emergenti per l'influencer marketing

2021-11-16 13:27:21 By : Mr. Michael Tian

Oggi l'influencer marketing è un settore multimiliardario che muove professionalità e incide sugli investimenti pubblicitari in uno spettro sempre più variegato di categorie e settori merceologici. Un'economia reale, il cui fatturato nel 2021 è stimato in 272 milioni di euro solo in Italia (Fonte UPA), 13,5 miliardi nel mondo (Fonte Statista).

Per intenderci, il recente blackout di Facebook, Instagram e WhatsApp non ha causato danni economici solo al colosso social, ma ha avuto ripercussioni anche sulle campagne e sul mondo dell'influencer marketing. Un mondo in grande evoluzione, caratterizzato da una forte carica innovativa e da una complessa dimensione tecnologica, che ha stimolato Hoopygang ad elaborare i trend del momento, arrivando a proporre la creazione di un Registro degli Influencer che riconosca e dia visibilità soprattutto ai professionisti nella filiera.

Il Registro degli Influencer: una nuova professionalizzazione per il settore

La moltiplicazione e l'eco mediatica dei corsi accademici e professionali rivolti a potenziali influencer è solo la punta dell'iceberg. Oggi i talenti sono l'espressione di un settore maturo che impiega molti professionisti, suddivisi tra agenzie, società di produzione, marchi, associazioni, consulenti e richiede competenze, linguaggi, strumenti e competenze dedicate.

Ad oggi i temi della trasparenza e dei rapporti tra influencer, agenzie e aziende sono regolati dalla Carta Digitale IAP, anche se si continuano a riscontrare pratiche opache e la distinzione tra promozione o avallo spontaneo, purtroppo, a volte non è così chiara come dovrebbe essere.

Nonostante ciò, agenzie e aziende del settore come Hoopygang hanno a disposizione il supporto della tecnologia per valutare e fornire ulteriore credibilità e autorevolezza a vere e preziose collaborazioni. Oggi, infatti, è possibile misurare il talento in relazione a parametri come l'engagement e i risultati che è in grado di produrre, scavando a fondo nella fisionomia della propria comunità.

Un ulteriore sforzo potrebbe essere quello di impegnarsi nella creazione di un vero e proprio Registro degli Influencer, che elenchi e dia visibilità ai professionisti del "buon" influencer marketing. Un'ulteriore bussola per regolamentare le pratiche quotidiane di mercato, tutelare i consumatori e dare maggior valore a chi ha fatto dell'influencer marketing il proprio lavoro.

Una professione sempre più trasversale tra mondo digitale e mondo reale, tra social e tv. Se in passato, infatti, la pubblicità televisiva si è avvalsa di testimonial legati soprattutto al mondo dello spettacolo, del cinema e dello sport, è sempre più frequente trovare negli spot televisivi influencer, instagrammer, tiktoker. L'obiettivo è semplice: colpire il pubblico più giovane e target specifici utilizzando i personaggi della loro generazione anche sul piccolo schermo.

Ricordiamo la campagna pubblicitaria di Tampax, con la recitazione nello spot televisivo della tiktoker Silvia Buratto. Più recentemente è partita anche la comunicazione dell'e-commerce tedesco di moda About You, con il volto del giovane creatore Swami Caputo.

Un trend coerente e ormai esteso rispetto ai casi "scolastici" di Chiara Ferragni e della sorella Valentina.

Ciò ha avuto ripercussioni sul ruolo dell'influencer marketing nei piani media degli inserzionisti: ora i confini tra on e offline sono sempre meno chiari e in futuro vedremo aumentare il mix tra questi due mondi. Così come la presenza di influencer in TV, in associazione con un prodotto o un'azienda.

Social commerce: influencer di performance

In questo scenario, l'influencer marketing si presenta come un settore altamente tecnologico e in continua evoluzione. E, negli anni a venire, il suo valore sarà sempre più tangibile e connesso alle prestazioni.

Tra le varie tendenze, infatti, il social commerce sta finalmente conquistando il Vecchio Continente e il nostro Paese. Questo modello di vendita, in base al quale si concludono transazioni all'interno delle piattaforme social, potrebbe raggiungere i 605 miliardi di dollari nel 2027, secondo alcune previsioni, come quelle sviluppate da Statista. Il valore attuale è "solo" 90 miliardi. E il potenziale è chiaro a tutti.

Gli influencer, che basano la relazione con i follower su valori come credibilità e fiducia e sono in grado di coprire l'intero percorso del cliente, dal pre-lancio alla vendita, sono e faranno sempre più la differenza nel social commerce. Quest'ultima prerogativa ha spinto le ultime evoluzioni del settore e ben si adatta al social commerce: oggi, infatti, gli influencer possono raggiungere facilmente obiettivi di performance, lavorando con successo sulla parte bassa del funnel (in italiano funnel, ovvero la metafora usata per descrivere il processo decisionale di acquisto di un consumatore).

Ci si può aspettare che una buona parte del valore atteso del social commerce passerà da loro nei prossimi anni.

PMI: nuove opportunità tra nicchie e nano-influencer

Anche l'influencer marketing sta allargando i suoi confini verso categorie e settori di nicchia, oltre che sulle piccole aziende rispetto ai grandi brand che inizialmente hanno guidato lo sviluppo del settore.

Prendendo in considerazione l'indice DESI (Digital Economy & Society Index) creato dalla Commissione Europea per valutare i progressi dei vari Paesi in termini di digitalizzazione, il punteggio delle PMI tricolore è ben al di sotto della media. Ad esempio, siamo solo il 26° su 28 per quanto riguarda le vendite online delle PMI.

Uno scenario in cui emergono notevoli opportunità per il segmento: grazie, infatti, alla possibilità di raggiungere nicchie e sfruttare i nano-influencer, anche le PMI possono dire la loro e pianificare investimenti mirati sia alla conoscenza che alla promozione di offerte e prodotti.

La capillarità tra settori e servizi di influencer marketing è ormai nota e le varie piattaforme e professionisti sono pronti a rispondere a una domanda in espansione. Quello delle piccole e medie imprese, tradizionalmente considerate corpo e motore dell'economia.

Infine, i fenomeni più interessanti che arrivano dall'estero sono le Collab House e le NFT.

I primi riguardano l'aggregazione di più influencer e creator all'interno di una casa, dove documentano la propria vita e producono contenuti per le piattaforme social. Provengono dagli USA e si stanno diffondendo anche in Italia con i primi esempi di ambienti collettivi.

Il secondo ha a che fare con NFT (Non Fungible Token), token che convalidano e rappresentano una proprietà digitale su un sistema blockchain. In questo caso, i creatori possono accedere a un nuovo strumento per proteggere la proprietà intellettuale e generare entrate con i diritti d'autore. Inoltre, i marchi possono anche creare esperienze NFT con influencer per coinvolgere i consumatori, supportando obiettivi di consapevolezza e performance attraverso l'uso di formati innovativi.

Tra gli esempi italiani possiamo citare l'artista Federico Clapis, l'imprenditore digitale Marco Montemagno e Vanity Fair che, lo scorso settembre, ha portato in edicola la prima copertina realizzata in NFT, realizzata con la startup Valuart con protagonista la cantante Elodie, diventando così un risorsa digitale irripetibile.

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